23 settembre 2011 – Nervosismo ed arcobaleni settembrini

In effetti da Luglio ad ora non è che sia cambiato granché, anzi il mio umore è persino peggiorato perché faccio un colloquio di lavoro sensato, con una proposta dietro apparentemente solida e rincuorante ogni 3-4 mesi e naturalmente arrivo sempre seconda, dietro il giovanotto o comunque ESSERE DI SESSO MASCHILE di turno. E’ brutto dirlo, però io non mi vergogno di scrivere a lettere cubitali che sono invidiosa, che se potessi scegliere una prossima vita la sceglierei senz’altro da esemplare di sesso maschile, con relativa responsabilità sui figli, quasi assente responsabilità sulla casa e su tutto ciò che riguarda la pratica delle faccende domestiche e, fatemelo dire, anche con il privilegio di essere scelto ad un colloquio di lavoro, senza neppure troppe competenze professionali. Anche perché non me lo sono inventato io, mi è stato pure palesemente detto che io tecnicamente ero molto più preparata di codesto prescelto.

E allora ti senti proprio stronza, scusatemi il termine, anzi concedetemelo perché io sono veramente amareggiata, non ce la faccio a stare zitta a masticare questi assurdi bocconi, questi odiati pilloloni che peraltro non sono mai riuscita ad ingoiare.
Va beh nel mio catastrofismo cosmico però ci sono un paio (magari arrivo pure a 3 se mi sforzo) di punti positivi, sulla scia dell’entusiasmo di un giorno sul finire di agosto, ho inforcato la mia bici e mi sono diretta in piscina, quella Comunale qui di ‘sto paesello e mi sono iscritta al corso bisettimanale di acquagym come facevo ai bei tempi (quando lavoravo, tornavo a casa e mammà aveva già fatto tutto e il mondo mi sembrava straordinariamente pieno di cose da scoprire e fare e disfare a modo mio -.-) tipo 4-5 anni fa.

Fatto sta che per iscriversi in piscina è obbligatorio il certificato medico e nel mio caso (data la mia ipertensione e balle varie che mi porto dietro da dopo il parto) la visita è stata più che accurata con tanto di elettro-cardiogramma. Parole dalla mia dottoressa: mi ha trovata rinata, pressione perfetta battito a posto ed umore nettamente migliorato rispetto a quando mi ha visto iper-isterica in lacrime, praticamente ad un passo dal suicidio prima delle vacanze … Secondo lei è stato il mese di mare che mi ha completamente rigenerata ed effettivamente può essere, nel senso che anche se mia figlia non mi ha fatto mancare il solito spavento con febbrone da cavallo causa potente virus gastro-intestinale che si è beccata proprio quando io e lei eravamo da sole a 600 km da casa, il resto del tempo che abbiamo passato da sole è stato nettamente più proficuo di ogni vacanza fatta prima.

Ammetto però che i primi giorni di solitudine a due io-lei-lei-e-io sono stati da panico, poi evidentemente anche noi 2 esseri così particolari siamo riuscite a trovare un bel ritmo soprattutto forse rinforzato da quei due giorni di assoluta strizza e non sonno quando è stata male-malissimo oserei dire. Probabilmente la salinità ed il sole mi hanno dunque giovato davvero tanto, anche se io non è che creda a questi miracoli.

Non posso infatti mettere in dubbio che qualcosa sia scattato a livello inconscio ma anche a livello personale, che mi ha rinforzata ma soprattutto dato una scossa ed anche se il vento ha già spazzato via tutto questo entusiasmo, qualcosa rimane sempre, quella minima scia energetica cui almeno devi riconoscere il giusto merito.

Passim’ nnanz come direbbero da qualche parte del Meridione, non la mia Puglia ma più Napoli o giù di lì: mia figlia ha cominciato da 4 giorni la materna e l’inserimento sta andando piuttosto bene, dulcis in fundo oggi pomeriggio ha un raffreddore da manuale e temo stasera salga la febbre, del resto con le escursioni termiche dell’ultima settimana non è che ci sia da stupirsi, anche perché questa mattina all’asilo era tutto un coro di mamme che si lamentavano per i precoci malesseri delle loro pesti. Da lì non si sfugge, si sa: io sono piuttosto rodata e del resto mia figlia neanche in estate si fa e mi fa mancare niente in argomento malattie varie.

Il fatto della scuola materna è però un arcobaleno psicologico pazzesco per la sottoscritta, primo perché finalmente girerà in un ambiente in cui ha nettamente tutto da imparare (regole in primis), secondo perché le maestre mi hanno fatto un’ ottima impressione e mi sembra si stiano già affezionando a lei che è una lince dei sentimenti, sa il cavolo come fa ma riesce sempre ad ingraziarsi tutti . . .Io di sicuro non sono così e nemmeno molto il suo papà. Terzo perché ci sono delle notevoli differenze rispetto al nido dove andava: lì appena entravi percepivi immediatamente la sensazione di caos, per carità caos dolce un caos gioioso anche, dovuto a tutti ‘sti bimbi scatenati che ciondolavano ovunque sbavanti e urlanti e arrampicanti – qui invece ho subito percepito una sensazione di tranquillità incredibile, sarà la luminosa vetrata che hanno davanti ad un gigantesco giardino, sarà che i bambini sono comunque più grandi ed Emily stessa appena entra è immediatamente coinvolta da uno dei giochi cui altri bimbi sono già intenti a svolgere. Non so – ho avuto questa percezione di calma e mi sono tranquillizzata a mia volta.

Io che vivo tutto o quasi, non certo con calma zen . . .

Bene, per questa sera mi sono ampiamente sfogata, tra poco verifico che lo zaino che devo portare in piscina sia completo di tutto e mi imbarco in questa seconda lezione, che si preannuncia ancora più faticosa della prima, dove l’istruttrice ha detto di essere stata buona perché appunto era la prima. Apposto siamo – in ogni caso la più kazziata del corso resterò sempre io, questo ruolo nessuno riuscirà certo a togliermelo.

5 Luglio 2011 – L’alba rivelatrice

Dal momento che questa mattina alle 4:30 i pensieri erano talmente pochi che l’unica sensazione che sentivo era di quasi soffocamento restando nel letto della camera angusta che si trova in questa casa al mare, la cosa più sensata che potessi fare mi è sembrata infilarmi addosso una felpa un pantalone e le scarpe da tennis e correre, correre il più intensamente possibile lungo mare guardando l’orizzonte il sole che pian piano ha fatto capolino e gustare il rumorino delle onde calme che pian piano battevano sulla sabbia. Sono più o meno riuscita a farmi quattro km di poca corsa ovviamente e la maggior parte di camminata, è da quando è nata mia figlia, 3 anni fa che praticamente non faccio più neanche cyclette e stretching e inoltre con tutta la dispersione di potassio che ho i crampi erano praticamente un jolly garantito. Ma sono riuscita a fermarne gli accenni appunto con un po’ di stretching quando si è presentato il problema.

Pensavo anche alla devastazione di stanchezza che mi avrebbe colta e invece tutto sommato non ne sono stata neanche così tanto colpita. Ho corso finché potevo a pezzettini, il respiro affannato la resistenza zero che mi porto dietro i muscoli assolutamente rattrappiti, che sotto sforzo mi hanno permesso di non pensare alla distruzione che ho nella testa e nel cuore.

Dopo tre anni di convivenza ed una figlia ho una vita completamente da ricostruire, un compagno che evidentemente conoscevo poco e che capisco ancora meno, nella confusione totale di essere genitori il nostro rapporto si è completamente dissolto nel vento non sussiste più nemmeno il sesso, insomma veramente un castello di carte già di per sé effimero che si è sgretolato senza neanche un alito di vento.

Prima tornando dalla mia corsa ho visto nel mare un ragazzo musulmano che pregava, la sua preghiera del mattino rivolta verso La Mecca, inchinato nell’acqua faceva gesti ripetuti chissà quante volte ma per lui in quel momento non c’era niente e nessuno, solo il suo Dio cui chiedere chissà cosa. Ecco per un attimo l’ho invidiato, perché io cammino fissa con il mio ghigno malinconico stampato sulla faccia consapevole che per me non c’è redenzione, nessuno ascolta le mie preghiere perché speranze ne ho sempre avute poche e in ogni caso da anni non ne ho proprio più. Non ho nessuno che mi ascolta, che mi ascolta veramente e si interfaccia con me concretamente e profondamente, solo mia nonna ha fatto questo per me ma lei non c’è più da tanti di quegli anni e mi sento sola, mi sento isola. Forse dovrei avere anch’io un Dio cui affidarmi adesso che mi sento così senza appigli. Chi lo sa.

Sono terrorizzata dal fatto che adesso sono genitore e dovrei pure fungere da nave-scuola per mia figlia che mi guarda e mi chiede le cose, come se da me potessero uscire le verità assolute. Ma che verità posso mai fornirle io, io che non ho saputo neanche arrivare a 30 anni sicura di qualcosa? Non ho nemmeno una certezza di quelle grandi certezze che tutte abbiamo in testa di
raggiungere, che ne so, a 20 anni. Ecco come potrò trasmettere a lei qualcosa che abbia un senso? Se poi io sono la contraddizione vivente di tutto questo? Ancora una volta brancolo nel buio.